mercoledì 25 marzo 2015

L'ALLIGATORE E' RITORNATO ... A L'ALTRACITTA' CON MASSIMO CARLOTTO



L'alligatore è tornato! a furor di popolo: lettere, mail, richieste a voce, quasi minacce. Il pubblico dei lettori dello scrittore Massimo Carlotto è fedele, fedelissimo, quindi, in qualche modo, "pericoloso",  un po' come lo era (fedele e pericolosa) la famosa Annie Wilkies la psicopatica protagonista di "Misery non deve morire". Forte di questo, il pubblico ha preteso, quindi ottenuto, che lo scrittore intingesse di nuovo la sua penna e ridestasse l'amato (e odiato) protagonista in una nuova storia: LA BANDA DEGLI AMANTI.



L'alligatore è, dunque, ritornato.
Ieri sera la libreria L'ALTRACITTA' ha celebrato questo ritorno. Atmosfera davvero noir, coi blues di Robert Johnson, in sottofondo, a tenere a bada un impressionante bagno di folla che aveva inondato, con largo anticipo, il bellissimo spazio e una bottiglia di calvados (l'alcolico preferito dall'alligatore) a troneggiare da uno spesso tavolo in legno.
Il tempo fuori incerto anneriva qualche animo e le luci dentro, al contrario, facevano fiammeggiare i volti felici e speranzosi del popolo carlottiano: l'alligatore stava dunque tornando.
Montagnole di libri con lo sfondo giallo erano l'ineludibile segnale che l'attesa di questo nuovo romanzo avrebbe avuto felice epilogo: LA BANDA DEGLI AMANTI, sì! l'alligatore era tornato dentro quelle pagine e con lui tutto un coacervo di storie, personaggi, atmosfere, intrecci, dai contorni definiti e decisamente noir.


Il genere noir è un pretesto, ha spiegato Carlotto, per poter raccontare la realtà sociale, economica, politica che si sta vivendo e il silenzio gelato intorno a questa realtà, da parte dei comunicatori istituzionalmente designati come giornalisti e politicanti, obbliga il romanziere a lanciare sotto forma di trama, di storie, degli indizi, delle verità, dei fatti che facciano crescere la consapevolezza di ogni cittadino.



L'atmosfera si scalda. Presentare un libro noir non è facile. Bisogna dire poco, il giusto, è un po' come gustarsi un buon superalcolico. Massimo Carlotto diverte il pubblico con ottimo umorismo,  centellina le parole, aumenta la suspence: avverte, in qualche modo, sulla propria pelle, l'attesa che l'alligatore ha mietuto in tutto questo tempo. Chi ha già letto il libro freme, vorrebbe parlare, intervenire, rivelare. Gli stessi (bravi) presentatori della serata, Andrea e Silvia,  non risparmiano domande, osservazioni, persino affermazioni di Carlotto captate in altri tempi: il tutto per aprire qualche varco dentro la storia che LA BANDA DEGLI AMANTI e obbligare l'autore a "confessare" qualche verità in più. Ma un romanzo noir è un denso scrigno. Deve essere  palpato, letto, attraversato dal lettore. Massimo Carlotto offre importanti indizi, il pubblico partecipa, l'alligatore viene messo in vita dentro quella stanza, i suoi tratti, il suo umore. La sua nuova storia che si intreccia con altri personaggi carlottiani (il pubblico, in particolare, pare amare Giorgio Pellegrini). Un romanzo è spesso per il lettore un rito di purificazione, un esorcismo del male, del vuoto e del silenzio.
Una nuova storia parlerà ancora.

L'alligatore è tornato. 

lunedì 16 marzo 2015

CON GIUSEPPE BOY A L'ALTRACITTA'...LA POESIA E' VIVA!

Ieri a L'ALTRACITTA' c'è stata poesia.
E' entrata con dolcezza, a volte con movimenti rapidi e zigzagati, si è calata dall'alto, è rimasta in basso, ha fatto commuovere, ha fatto sorridere, ha fatto qualcosa.  
Ossia, era viva.
Il tutto grazie all'happening (voce, sgabello, chitarra e cappello) di Giuseppe Boy: performer, poeta, dicitore, cantante (a volte cantante, ci tiene lui a precisare).


Lo spettacolo si chiama "POESIE SPARSE" e ieri alla libreria L'ALTRACITTA', nutrito dell'abbraccio forte e sensuale di una davvero ampia partecipazione di pubblico, ha dato dimostrazione del fatto che la poesia, come atto verbale che si consuma, si auto-combustiona, al solo suono delle labbra è uscita dall'oblio, viva, vitale. Anzi di più.
Giuseppe Boy l'ha levata dall'isolamento in cui spesso troppo altezzosamente relegata per collocarla in binari diversi, più immediati, comunicativi  che chiedono il contatto, reclamano il dialogo con la gente, col loro orecchio (e, si spera, con la loro anima).
E così ascoltare la leopardiana "A Silvia" diventa qualcosa di diverso e dolce perché resa più fluttuante da una base di accordi di chitarra dal mood folk-rock,  o perché si incrocia (anzi, si armonizza), all'improvviso, con una poesia di "oggi", dai toni urbani  e non distingui più fra vecchio e nuovo perché tutto diventa all'improvviso Uno.
Scopri che Ungaretti può convivere con Tom Waits e che la poesia "metasemantica" di Fosco Maraini, grazie alla musicalità che ingloba, alla  performatività attoriale che inevitabilmente agogna (e che Giuseppe Boy, nell'occasione, concede alla grande), diventa dispensatrice di significati immediati e palesi.


Nell'aria si respira poesia e il performer Boy ha già chiesto al pubblico di liberare qualche loro componimento dalla prigione dei loro cassetti: i minuscoli foglietti marciano a piccoli passi lungo il perimetro della  libreria, sei, sette, otto, nove poesie...adesso sono libere.
Giuseppe Boy le legge "live", senza rete di protezione, avvisando i genitori dei componimenti che qualche distorsione, deformazione, alterazione al testo originale, fa parte della vita.
Ed è inevitabile (e salutare) che anche la Sardegna (patria di Boy), la sua lingua rocciosa, segmentata, musicale e,  a suo modo, piena di umorismo amaro si affacci in libreria in forma poetizzata. Così come è inevitabile che in una serata già densa di alchimia (in verità, la libreria L'ALTRACITTA' ha già dato prova di essere predisposta a felici alchimie) , compaia il cantautore Emanuele Belloni che mano a uno splendido suono di chitarra regali alla serata una canzone bellissima.
Ancora chitarra, ancora poesia, movimento scenico e applausi.
Si finisce, al solito modo: luci che si accendono, sedie che guaiscono, il pubblico contento che abbraccia Giuseppe Boy e in alto le sagome ancora svolazzanti dei componimenti poetici, felici per avere ottenuto un'ora e mezza di meritata libertà


lunedì 9 marzo 2015

LA MUSICA RIPARTE...CON MICHAEL PERGOLANI A L'ALTRACITTA'!



Davvero bell'atmosfera Sabato scorso alla libreria L'ALTRACITTA': oltre cinquanta partecipanti tra musicisti, appassionati, curiosi e bambini (!!!!) per il secondo appuntamento con il TE' ROCK CON MICHAEL PERGOLANI con lo spazio, tra un tè caldo e qualche succulento pasticcino,  subito riempito di buonumore, cordiali chiacchierate tra amici (anche vecchi amici) e l'attesa per una serata che avrebbe visto Michael Pergolani  trattare un tema musicale "scottante", troppe volte colpevolmente tralasciato, come la Musica Indipendente Italiana.


Le attese non sono state deluse.
Michael Pergolani, come molti già sanno, oltre che un grande giornalista musicale (mitici i suoi report da Londra durante  "L'altra Domenica" la trasmissione cult degli anni '70 di Renzo Arbore oltre alla pubblicazione di una sterminata montagnola di articoli e recensioni sempre di respiro internazionale, è stato un decisivo (e deciso) protagonista di un  quindicennio di musica "indie", forse quello più fecondo e significativo, grazie alla trasmissione radiofonica di RadioRai1  DEMO.
Per lui, tracciare subito una mappatura chiara della situazione della musica "sotterranea" in Italia,  individuarne le problematiche, indicare alcune strade da percorrere per farla uscire dallo stallo e dalla straziante sottomissione a "talent" televisivi e dalla visione a brevissimo termine della  "noblesse" discografica italiana,  è stato semplice.
Lo ha fatto con la forza suggestiva dell'aneddoto, del microepisodio sfizioso, dell'inevitabile confronto con l'esperienza del "mitico passato" dell'esperienza discografica italiana e ancor più con la comparazione con la diversa, più aperta, creativa (e, soprattutto, lungimirante) mentalità anglosassone
Il dibattito si è, quindi, acceso.
Da segnalare, innanzitutto, la graditissima visita a sorpresa del cantante ALAN SORRENTI (musicista che ha avuto un percorso artistico ricco, multiforme e variegato iniziato con il rock progressive e la registrazione di dischi con la mitica etichetta Harvest, passato poi con gli stra-successi mondiali di "Figli delle Stelle", "Tu sei l'unica donna per me", "Non so che darei" e, in qualche modo, rientrato nelle istanze rock con canzoni come "La città brucia" registrata negli States)  che, a sua volta, ha dato un significativo contributo all'incontro raccontando qualche esperienza personale rilevante.


Si univa alla trama del racconto, con un deciso salto generazionale, anche il rapper DILUVIO (partecipante all'edizione 2014 di X FACTOR) che con parole dirette, essenziali, ha dato testimonianza della sua esperienza di musicista e del controverso impatto che può avere nella carriera di un artista la partecipazione a un format televisivo.
La temperatura dell'incontro, già calda, saliva e finiva per infiammarsi quando i PRESI PER CASO (particolarissimo progetto musicale indipendente nato quasi venti anni fa dentro il penitenziario di Rebibbia) si esibivano nella loro beffarda e coinvolgente canzone dal titolo "Fuori" e si riempiva di dolce poesia con ALESSANDRO HELLMANN che donava alla serata una delle sue più belle (e pluripremiate) canzoni dal titolo "di cosa parliamo quando parliamo d'amore".
Michael Pergolani riportava l'incontro nei binari della riflessione leggendo la "filosofia" della trasmissione DEMO, un credo fondato sulla ricerca della qualità musicale, nel rispetto di chi crea, produce, esegue musica (..."che deve sempre essere pagato", precisava Pergolani). Evidenziava gli errori che sono stati fatti, come la cancellazione della figura (un tempo, importantissima) del produttore, la scarsa attenzione verso gli autori . La sensazione che rimaneva è che il tema trattato meritasse ulteriori puntate (cosa che Michael si è riservato di fare in appuntamenti futuri) e approfondimenti.
Gran finale con la canzone dei Presi Per Caso "Canapa blues" a cui si aggiungevano Massimo Tiburzi, già chitarrista di Franco Califano, e Armando Bassani e, soprattutto, il rapper DILUVIO che in "freestyle" arricchiva il pezzo di suggestioni urbane hip hop.
Che dire? La sensazione avuta sabato è di una felice alchimia di passione, competenza, energia. La folla ha lasciato la libreria con sorrisi ampi e corposi capannelli di persone hanno faticato ad abbandonare il luogo, quasi trattenuti dalle "good vibrations" rilasciate dall'incontro .
Questi tè con Michael Pergolani cominciano a subodorare già di Cult per ricchezza, suggestività, per il clima caldo, cordiale, avvincente che si crera. Ha la sua piccola parte di merito anche la libreria L'ALTRACITTA',  spazio ideale per felici alchimie del genere.
Il prossimo appuntamento è già fissato per SABATO 21 MARZO sempre alle ore 18.00: Michael Pergolani, in quell'occasione, ci condurrà per mano nelle gloriose storie della Londra di Beatles e Rolling Stones.

Appuntamento da non perdere...of course!

venerdì 6 marzo 2015

QUELLA PROSPETTIVA CRITICA SULLA REALTA' DEL "NO PROFIT"...OGGI A L'ALTRACITTA'

Oggi alle 18.00 alla libreria L'ALTRACITTA' (Via Pavia 106) il Sociologo Giovanni Moro presenterà il suo saggio "Contro in No Profit" (Editori Laterza). Un libro prezioso, ricco, insomma... da leggere.
Circa 20 anni fa, ma anche meno, nessuno si sarebbe mai sognato di utilizzare un'espressione che andasse "contro" quel mondo, il no-profit, che si assumeva, in maniera unidirezionale, essere volto virtuoso, altruista, creativo della nostra società.
Nel frattempo, tante cose sono cambiate.
Il no-profit (non tutto, per carità) è diventato un'operazione importante, economicamente significativa che ha dismesso gradualmente le vesti da "buon samaritano" per assumere di più le glaciali fattezze di un freddo ragionamento a carattere tributario. Una sorta di spazio di azione protetto in cui, dietro lo stendadrdo del "volontariato", è possibile fare un po' di tutto.



L'esperienza del no-profit ha, pertanto, gradualmente esibito tutte le sue molteplici facce e non tutte pienamente collimanti con un discorso di pubblica utilità. E il dettato legislativo, in tal senso, ha le sue responsabilità e a esso sono imputabili esiti pratici contraddittori spesso volti a rendere difficile la vita a organizzazioni virtuose e a facilitare al contempo operazioni spregiudicate o di dubbia vocazione.
Ma il sociologo Giovanni Moro non è contro il no profit. Nel suo libro vuole offrire degli strumenti di decifrazione del fenomeno molto importante e a leggerne i cambiamenti e la realtà con mezzi adeguati. La presentazione di stasera, in tal senso, si palesa pregna davvero di interesse.

giovedì 5 marzo 2015

ECCOCI QUA...A L'ALTRACITTA'!

E così anche L'ALTRACITTA' ha il suo blog.
Ne siamo molto contenti.
Il Blog è un veicolo comunicativo a cui crediamo, un modo ulteriore di essere vicini, comunicativi con tutti gli amici e le amiche che in questi mesi hanno reso la nostra libreria uno spazio di condivisione culturale, ludico, musicale vivo e partecipato.
Con questo Blog auspichiamo uno scambio ancora più fecondo di informazioni, interessi, suggerimenti e riflessioni con tutti quelli che lo desiderano.
Cercheremo di aggiornarlo quotidianamente, di non essere prolissi, di buttarci giù anche qualche battuta e qualche bella foto, di renderlo, insomma, una presenza gradita e un riferimento utile per tutti coloro che vorranno immergersi in questa nostra piccola ma dinamica città dei libri