L'alligatore è tornato! a furor di popolo: lettere, mail,
richieste a voce, quasi minacce. Il pubblico dei lettori dello scrittore
Massimo Carlotto è fedele, fedelissimo, quindi, in qualche modo, "pericoloso",
un po' come lo era (fedele e pericolosa)
la famosa Annie Wilkies la psicopatica protagonista di "Misery non deve
morire". Forte di questo, il pubblico ha preteso, quindi ottenuto, che lo scrittore
intingesse di nuovo la sua penna e ridestasse l'amato (e odiato) protagonista
in una nuova storia: LA BANDA DEGLI AMANTI.
L'alligatore è, dunque, ritornato.
Ieri sera la libreria L'ALTRACITTA' ha celebrato questo
ritorno. Atmosfera davvero noir, coi blues di Robert Johnson, in sottofondo, a
tenere a bada un impressionante bagno di folla che aveva inondato, con largo
anticipo, il bellissimo spazio e una bottiglia di calvados (l'alcolico preferito
dall'alligatore) a troneggiare da uno spesso tavolo in legno.
Il tempo fuori incerto anneriva qualche animo e le luci
dentro, al contrario, facevano fiammeggiare i volti felici e speranzosi del
popolo carlottiano: l'alligatore stava dunque tornando.
Montagnole di libri con lo sfondo giallo erano l'ineludibile
segnale che l'attesa di questo nuovo romanzo avrebbe avuto felice epilogo: LA
BANDA DEGLI AMANTI, sì! l'alligatore era tornato dentro quelle pagine e con lui
tutto un coacervo di storie, personaggi, atmosfere, intrecci, dai contorni
definiti e decisamente noir.
Il genere noir è un pretesto, ha spiegato Carlotto, per
poter raccontare la realtà sociale, economica, politica che si sta vivendo e il
silenzio gelato intorno a questa realtà, da parte dei comunicatori
istituzionalmente designati come giornalisti e politicanti, obbliga il
romanziere a lanciare sotto forma di trama, di storie, degli indizi, delle
verità, dei fatti che facciano crescere la consapevolezza di ogni cittadino.
L'atmosfera si scalda. Presentare un libro noir non è
facile. Bisogna dire poco, il giusto, è un po' come gustarsi un buon
superalcolico. Massimo Carlotto diverte il pubblico con ottimo umorismo, centellina le parole, aumenta la suspence: avverte,
in qualche modo, sulla propria pelle, l'attesa che l'alligatore ha mietuto in
tutto questo tempo. Chi ha già letto il libro freme, vorrebbe parlare,
intervenire, rivelare. Gli stessi (bravi) presentatori della serata, Andrea e
Silvia, non risparmiano domande,
osservazioni, persino affermazioni di Carlotto captate in altri tempi: il tutto
per aprire qualche varco dentro la storia che LA BANDA DEGLI AMANTI e obbligare
l'autore a "confessare" qualche verità in più. Ma un romanzo noir è
un denso scrigno. Deve essere palpato,
letto, attraversato dal lettore. Massimo Carlotto offre importanti indizi, il
pubblico partecipa, l'alligatore viene messo in vita dentro quella stanza, i
suoi tratti, il suo umore. La sua nuova storia che si intreccia con altri
personaggi carlottiani (il pubblico, in particolare, pare amare Giorgio
Pellegrini). Un romanzo è spesso per il lettore un rito di purificazione, un
esorcismo del male, del vuoto e del silenzio.
Una nuova storia parlerà ancora.
L'alligatore è tornato.
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